La sensibilità artistica di Anna Maria Zoppi

Nella pittura di Anna Maria Zoppi il dramma della violenza sulle donne
Dalla sua sensibilità culturale la creatività artistica
di Giovanni Mercadante
Non è facile esprimere un pensiero su un’artista. Scandagliare il suo universo interiore a primo acchito, è rischioso. Sull’artista Anna Maria Zoppi si può dire di tutto, ma non tutto. Rendere esaustivo un commento critico, richiede una conoscenza profonda dell’artista attraverso la frequentazione. Ovviamente ci sono altri canali di comunicazione che permettono di farsi un’idea sul suo percorso formativo, di crescita e sviluppo artistico.
La biografia, i commenti di altri critici d’arte e la produzione pittorica che hanno segnato profondamente la figura di A. M. Zoppi sono elementi importanti per farsi un quadro d’assieme.
Le tematiche affrontate nel corso della propria attività oltre a rendere interessanti le sue opere, hanno contribuito a dare maggiore spessore alla sua creatività e al suo linguaggio.
Anna Maria Zoppi, nata a Casal di Principe, a pochi chilometri dalla splendida reggia di Caserta, sposata, madre di tre figli, si ritiene fortunata per le sue origini casertane, culla dell’arte; con fierezza si fa chiamare “Casalese”.
Infatti, dopo aver frequentato il Liceo artistico di Aversa e l’Accademia di fotografia e cinema a Roma, si è specializzata in diversi istituti d’Arte.
Le mostre personali e collettive, i riconoscimenti e i premi per le opere esposte in Fondazioni, Gallerie, chiese, palazzi pubblici, collezioni private e i grandi eventi legati ai temi sociali più sentiti, le hanno fatto assumere una figura di rilievo nel suo territorio.
Nonostante il suo fermo di produzione durato circa dieci anni, da lei definito crisi della “tela bianca”, ha ripreso l’attività con maggiore forza. Sono quei momenti che un artista attraversa durante la propria esistenza, definibili crisi esistenziali. Sono frangenti di tempo in cui si riavvolgono i fili e ci si riprende la vita.
Gli elementi marcanti della sua pittura ruotano sulla vita, sulla sofferenza della donna, sulle denunce per atti di soprusi; sulle donne della sua città natale.
Anche il suo linguaggio artistico astratto è evidenziato su alcune tele, dove si cela l’angoscia della donna; è un messaggio criptato dell’artista per non cadere nella trappola dello stereotipo. Mentre altre opere propongono la bellezza, la sensualità declinata tutta al femminile (Sensualità), senza dimenticare gli abusi che sfociano nella cattiveria dell’uomo rendendo schiava la donna, abbruttita dal volto tumefatto di sangue (L’assurdità di un perché); o ancora un pensiero alle donne sconvolte dal terremoto di Amatrice.
Non può non mancare l’omaggio al bellissimo volto visto di profilo di una immigrata (Irina) con la testa avvolta da un tipico copricapo arabo color rosso-viola
Questi marcatori sono riconoscibili attraverso la sua persona, solare, genuina, tipicamente mediterranea.
Le pennellate decise, esprimono una chiara autostima dell’artista, con tratti sicuri, fraseggi
pittorici dal cromatismo caldo che elevano le opere al massimo grado di apprezzabilità.

Abuso

Violenza

Sensualità

Irina